Cosa vedere a Santa Flavia

Santa Flavia - La denominatrice

Santa Flavia non è soltanto la località ideale da cui partire alla scoperta della Sicilia, la città e i suoi dintorni rispecchiano infatti l'incredibile varietà paesaggistica e culturale che caratterizza la Sicilia. Perché quindi gironzolare inutilmente quando qui c'è così tanto da scoprire? Tanto per intenderci a Santa Flavia potrete:

Molte delle informazioni che abbiamo raccolto in questa pagina provengono da amici di Santa Flavia, crediamo infatti che i loro racconti e le loro esperienze siano un tesoro inestimabile impossibile da trovare altrove. A tutti loro è rivolto un sentitissimo ringraziamento!

Autrice

Britta Bohn

Le informazioni in questa pagina provengono dalla nostra esperta della Sicilia Britta Bohn.

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Indice

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Sicilia - Moda - Filly Biz

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The Essence of Sicily

The Essence of Sicily
Video emozionale sulla Sicilia di John Robertson

Villa Filangeri, il salotto dei gattopardi

Santa Flavia - Villa Filangeri

Se anche voi siete degli appassionati dei classici film siciliani come noi, allora vi sarà inevitabile, alla vista di Villa Filangeri (punto marrone 2 nella cartina della città), domandarvi se al suo interno siano stati girati alcuni film come Il Padrino o Il Gattopardo.

Purtroppo ci tocca deludervi, qui infatti non è stato girato nessun film, anche se, a dirla tutta, Il Gattopardo avrebbe potuto, eccome. Mostra infatti il repentino declino che ha investito l'alta aristocrazia siciliana, provocato dalla costituzione dello Stato unitario italiano.

I Filangeri facevano parte dell'alta aristocrazia siciliana sin dal Medioevo. Al tempo l'isola era sotto il controllo del potere papale e dal 1300 circa al 1860 sotto quello dei Viceré spagnoli, i quali cedettero la terra all'aristocrazia come feudo. Quello di Santa Flavia passò nelle mani della famiglia Filangeri nel XVII sec.

Costruirono quindi l'omonima villa alla quale affiancarono una piccola cappella, quella che oggi è diventata la Basilica Soluntina di Sant'Anna, la chiesa principale di Santa Flavia. Alle spalle della villa costruirono infine un immenso giardino mediterraneo. Non si facevano mancare proprio nulla.

Poi arrivò il fatidico anno 1860: i patrioti italiani scacciarono i dominatori Spagnoli e resero la Sicilia una delle prime regioni dell'Italia unitaria. Mentre gli Spagnoli non poterono fare altro che accusare i nuovi italiani di terrorismo, l'aristocrazia scese naturalmente a compromessi col nuovo potere, non poté tuttavia impedire che questo avesse una struttura del tutto nuova, borghese e democratica.

Questa struttura, nonostante gli ostacoli rappresentati da fascismo e Mafia, si è fortunatamente mantenuta sino ad oggi e non deve perciò sorprendere che Villa Filangeri appartenga adesso alla città di Santa Flavia e che ospiti al suo interno un sindaco liberamente eletto.

E dei Filangeri, cosa ne è stato? Al Stefanelli, uno scrittore e attivista americano discendente della famiglia Filangeri si è fatto la stessa domanda e ha raccolto qui tutto ciò che è riuscito a trovare sulle radici della propria famiglia. La discendente siciliana più attiva è sicuramente l'artista Beatrice Feo Filangeri (potete seguirla su Twitter e Facebook). Nel seguente video un assaggio del suo lavoro in cui unisce magicamente elementi barocchi e pop:

The Pop Barocco : Beatrice Feo Filangeri, artist

Il giardino dei Filangeri

Santa Flavia - Il giardino dei Filangeri

The Lion sleeps tonight...
Ad una villa siciliana che si rispetti non può certo mancare un immenso giardino. Anche a Santa Flavia perciò l'aristocrazia ha creato delle vere e proprie oasi verdi (punto marrone 1 nella cartina della città) attorno ai loro palazzi. La ricetta per il perfetto giardino mediterraneo è semplicissima: giochi d'acqua, statue di divinità, palme e naturalmente aiuole fiorite.

Ai Filangeri tuttavia questo non bastava, sempre a caccia di qualcosa di esotico, aggiunsero infatti un ingrediente segreto: addirittura un leone abitava il giardino alle spalle dell'odierno municipio. A fargli compagnia anche numerose scimmie.

Gente anziana del posto ricorda pure di averlo visto il leone, quando però era già molto stanco e vecchio. Di animali nel giardino se ne trovano ancora oggi, sono tuttavia molto meno selvaggi e pericolosi: anatre, oche e galline. Il giardino di Villa Filangeri è quindi il posto ideale per una pausa: rilassatevi su una panchina, ascoltate il dolce rumore della fontana o guardate il cielo attraverso le chiome degli alberi e vi assicuriamo che sarete voi a sentirvi i veri re della foresta.

Negli orari di apertura del municipio il giardino è accessibile gratuitamente nei giorni feriali dalle 9:00 alle 16:00. Trovate il giardino alla sinistra di Villa Filangeri subito dopo l'ingresso.

La Basilica ed il passaggio segreto

Santa Flavia - Basilica Soluntina di Sant'Anna

Come già detto i Filangeri non si facevano mancare proprio nulla. Oltre al giardino disponevano infatti di una propria chiesetta (punto marrone 3 nella cartina della città). Si trattava in principio soltanto di una piccola cappella collocata accanto alla villa e che è stata poi a poco a poco modificata sino a diventare una basilica. Sotto l'altare vi è stata pure costruita una cripta, unita a sua volta da un tunnel segreto al giardino.

In tal modo i nobili di Santa Flavia potevano fare la loro grandiosa entrata sulla scena, quasi comparissero nella chiesa per incanto, e non dovevano passare così dall'ingresso principale come la gente comune.

Una scena che se la immaginiamo adesso potrebbe farci sorridere ma che non era affatto banale per chi la viveva. In passato infatti il popolo di Santa Flavia giungeva in questa enorme e fastosissima chiesa dopo aver passato la giornata in baracche umili e cupe. Il sole inoltre, sempre abbondante da queste parti, passando attraverso vetrate colorate creava fantastici giochi di luce all'interno dell'edificio e a rendere tutto ancora più magico era infine il mormorio in latino degli astanti: l'atmosfera magica era completa.

Questo stato di cose, l'alleanza tra aristocrazia e Chiesa, non venne mai messo in discussione prima di Martin Lutero. In Sicilia tuttavia erano già presenti avvisaglie di ribellione, i Beati Paoli ad esempio.

Le ville di Santa Flavia

Santa Flavia - Villa Basile

A voler esser precisi la città delle ville per antonomasia in Sicilia è la vicina Bagheria. Fu infatti lì che i ricchi nobili palermitani costruirono le loro sfarzose residenze estive.

Successivamente, durante il XIX secolo, la ferrovia, che nonostante non fosse poi così veloce lo era comunque di più rispetto a carretti e cavalli, venne prolungata sino a Santa Flavia.

Una seconda ondata di ricchi palermitani interessò perciò Santa Flavia, che vide comparire nei pressi della propria stazione (punto blu 1 nella cartina della città) diverse sontuose ville in stile Liberty.

La più famosa fra queste si trova proprio all'incrocio della stazione, il Villino Basile (punto marrone 10; vedi immagine). Il costruttore, Ernesto Basile, era uno degli architetti più noti in Sicilia. La sua opera siciliana più conosciuta è senza dubbio il teatro Massimo di Palermo, mentre a livello nazionale viene ricordato per la realizzazione della facciata settentrionale dell'edificio del Parlamento a Roma.

Altri edifici di origine aristocratica si trovano nei pressi di Villa Filangeri e della Necropoli (punto marrone 7 nella cartina della città). Alcune di esse sono antiche tanto quanto Villa Filangeri, la maggior parte tuttavia risale alla seconda metà del XIX secolo. Purtroppo quasi nessuna di queste ville è accessibile al pubblico, potrete però ammirarne i mai banali esterni.

I Beati Paoli, paladini o briganti?

Tunnel sotto un edificio a Santa Flavia

Per chi dovesse scavare il sottosuolo di Santa Flavia, ad esempio per inaugurare un nuovo cantiere, non sarebbe affatto strano imbattersi in quello che potete vedere nell'immagine, e cioè un vecchio tunnel.

Nell'immagine c'è tuttavia qualcosa che forse non avrete notato: il tunnel non procede soltanto verso destra ma anche in avanti, nonostante il passaggio sia adesso interdetto da un muro. Al nostro fotografo i proprietari dell'edificio al di là del tunnel hanno raccontato che a richiedere la chiusura del tunnel fossero stati i Carabinieri negli anni '90.

Naturalmente non si trattava di questioni tecniche, edili o burocratiche, bensì di problemi legati alla Mafia. In un periodo di forte pressione da parte della giustizia, i suoi affiliati furono addirittura costretti a cercare vie di fuga e nascondigli nei sotterranei. Potremmo dire in un certo qual modo che tornassero alle loro radici, o meglio, a quelle che preferiscono spacciare come loro radici.

Cominciamo comunque dal principio: il sottosuolo di Palermo e dintorni è effettivamente crivellato come un formaggio svizzero. Tutto ebbe inizio nell'antichità con le necropoli, come quella di Santa Flavia ad esempio (punto marrone 7 nella cartina della città). Nel medioevo furono poi gli Arabi a costruire labirintici canali che fungevano da acquedotto, i famosi Qanat.

E proprio allora comincia la storia dei Robin Hood di Sicilia. Secondo la leggenda, i tunnel facevano da rifugio a dei cavalieri che lottavano contro il feudalesimo e l'Inquisizione e che si facevano chiamare Beati Paoli. Il video in basso riproduce una classica azione dei Beati Paoli: uomini incappucciati col mantello nero che si apprestano a giudicare un nobile fatto prigioniero.

Al di là delle ricostruzioni spettacolari, di indizi sulla loro reale esistenza ce ne sono eccome. Uno di questi è però un goffo tentativo di mistificazione storica: la (auto-) rappresentazione della mafia siciliana come discendente diretta del movimento dei Beati Paoli. Gli piacerebbe a questi "uomini d'onore"!

Beati Paoli

Lasciatevi condurre da Nettuno

Santa Flavia - La fontana di Nettuno

Qualunque sia il percorso della vostra passeggiata, per raggiungere il mare dovrete giocoforza passare dall'incrocio della stazione di Santa Flavia. E' questo infatti uno dei punti nevralgici della città, un luogo reso ancor più interessante dalla presenza di una statua del dio romano del mare Nettuno (punto marrone 9 nella cartina della città). Una interpretazione in chiave moderna della divinità originale, caratterizzata pur sempre dalla chioma arruffata, la barba folta e il tridente acuminato.

A realizzare il nostro Nettuno fu un certo Tommaso Piscitelli (1877-1956), scultore originario di Giovinazzo, una piccola città della Puglia.

Non è perciò un caso che di copie della nostra statua se ne trovino anche in alcune città pugliesi. Una di queste è Bari, dove è presente quella che prende il nome di "fontana dei pescatori". Ennesima curiosità: negli anni '30 era prefetto di Bari un certo Ernesto Perez. Palermitano d'origine, fu anche prefetto della sua città, viveva tuttavia a Santa Flavia, proprio di fronte al "suo" Nettuno.

A Santa Flavia comunque Nettuno non vigila soltanto sul mare ma pure su un piccolo parco. Questo era in passato collegato alla sala d'aspetto della stazione di Santa Flavia. Con la sua recente ristrutturazione scomparve però anche la vecchia sala d'aspetto. Del parco e della fontana sono attualmente dei cittadini volontari di Santa Flavia ad occuparsene.

L'orfanotrofio dei monelli

Santa Flavia - Il vecchio orfanotrofio

Opera Pia, questo è il termine che sin dal Medioevo sta ad indicare un'istituzione caritatevole in Italia. In origine caratterizzate prettamente da natura ed intenti religiosi, le cose cambiarono dal 1860, con la fondazione dello Stato unitario italiano, quando il vento del cambiamento cominciò a soffiare.

Il raggio d'azione di un'opera pia si allargò infatti sino a comprendere formazione ed educazione. Proprio quello di cui c'era bisogno in Sicilia, dove il tasso di analfabetismo raggiungeva uno sconcertante 90%.

Un altro problema particolarmente diffuso nel Sud Italia era quello degli esposti, i bambini abbandonati. Doveste incontrare qualcuno che di cognome fa "Esposito", allora starete certamente parlando con un discendente di uno di quei bambini. La parola deriva dal latino "expositus" e significa "abbandonato", "lasciato" e persino "messo alla mercé di chicchessia"!

L'ultima espressione non è affatto un caso, nell'antichità infatti gli orfani venivano sovente schiavizzati. Nell'Italia del XIX secolo questa cruenta abitudine si era per fortuna smarrita da tempo e così poté nascere a Santa Flavia un orfanotrofio, dal nome ufficiale "Opera Pia Orfanotrofio Giuseppe Pezzillo" (punto marrone 5 nella cartina della città).

Il nome risale a un combattente per la libertà, dal punto di vista dei patrioti italiani almeno. Per i Borboni era infatti un terrorista che si oppose nel 1848 alla loro presenza nel Sud Italia.

Giuseppe Pezzillo purtroppo non sopravvisse a quella dura rivolta, il suo nome invece può farlo ancora, a Santa Flavia.

Il teatro delle marionette siciliano

Santa Flavia - Il teatro delle marionette siciliano

Fracasso di spade incrociate, tipiche esclamazioni siciliane e un pubblico entusiasta e partecipe.

Quando si assiste agli spettacoli di queste marionette interamente fatte a mano alte fino a 150 cm e alle storie di Carlo il Grande, i suoi paladini e la battaglia contro i saraceni non ci si diverte soltanto, ma si vive qualcosa di profondamente radicato nella tradizione popolare siciliana.

Fino a soltanto qualche decennio fa i teatri delle marionette erano infatti delle vere e proprie calamite ambulanti che attiravano indistintamente grandi e piccini, tant'è che le storie narrate durante gli spettacoli, come quella de "L'Orlando Furioso" ad esempio, restavano l'argomento principale di interi paesi e quartieri per mesi.

Nel 2008 questa antica forma d'arte è stata inserita dall'UNESCO nell'elenco dei beni orali e immateriali patrimonio dell'umanità. A Santa Flavia avrete la possibilità di visitare un piccolo "Teatro dei pupi" (punto marrone 4 nella cartina della città). Oltre ad assistere agli spettacoli potrete anche soddisfare la vostra curiosità parlando direttamente con i "pupari", come vengono chiamati i fabbricanti di pupi e i cantastorie delle loro avventure.

Il cinema sotto le stelle

Il cinema sotto le stelle

Musica di sottofondo, forti risate e sospiri distesi. Questa la fantastica atmosfera creata dal cinema sotto le stelle all'Arena Paradiso (punto marrone 11 nella cartina della città), un cinema all'aperto come pochi ne sono rimasti in Sicilia.

Molti, anzi speriamo tutti, di voi ricorderanno il film vincitore del premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso del regista Giuseppe Tornatore. Ebbene, proprio quel film venne girato in questi luoghi, gli stessi in cui era cresciuto Tornatore, originario della vicina Bagheria. Le riprese del film vennero effettuate in diversi paesi tra i quali troviamo ad esempio Palazzo Adriano, Cefalù, Bagheria, Termini Imerese e Santa Flavia.

Come avrete capito ci troviamo in luoghi che hanno fatto la storia del cinema e che possiamo rivivere di persona rintracciandoli, grazie ad immagini come quella che vedete qui accanto.

Non stupitevi inoltre se davanti al cinema vedrete delle auto scure con i lampeggianti attorno alle quali si affaccendano strani personaggi. Sono soltanto le guardie del corpo di uno dei cinefili più noti di Santa Flavia, il magistrato antimafia Nino Di Matteo, che nonostante i successi recenti della giustizia nella lotta alla Mafia necessita ancora di una scorta. Si occupa infatti di una questione ancora aperta e molto delicata, la trattativa tra Stato e Mafia. Un impegno che non gli procura certo molti amici.

Francesco Paolo Perez – Un regno per la Sicilia

Santa Flavia - Monumento di Francesco Paolo Perez

1848, l'anno dei moti rivoluzionari. La Svizzera diventa stato federale, a Vienna si arriva alla rivolta di ottobre, a Francoforte si riunisce il primo Parlamento tedesco. Ma dov'è che la miccia venne innescata? Proprio a Palermo! Qui comincia infatti il 12 gennaio 1848 una violenta rivolta nei confronti dei Borbone.

L'insurrezione si trasformò quindi ben presto nella Rivoluzione Siciliana del 1848 e determinò la proclamazione di un nuovo regno di Sicilia. Si trattava di una monarchia parlamentare, proprio come ne possiamo trovare ancora oggi in Europa.

Fra i protagonisti della rivoluzione c'era anche uno scrittore di Palermo, Francesco Paolo Perez. Era un fervente sostenitore dell'autonomia siciliana e fece parte sin dall'inizio della rivoluzione dell'assemblea costituente.

Con grande entusiasmo i suoi membri riuscirono già a marzo a riunire il nuovo Parlamento e a proclamare il nuovo regno di Sicilia. Ingenuamente però nessuno di loro volle prendere il posto del re. Non bastasse questo di problema, nacquero pure scontri tra filo-repubblicani e filo-monarchici.

Così finì come al solito: appena un anno dopo l'inizio della rivoluzione i Borbone riconquistarono l'isola. Curiosamente le truppe borboniche erano guidate da un generale di nome Carlo Filangieri, un discendente del ramo napoletano dei Filangieri.

Santa Flavia ricorda Francesco Paolo Perez con una statua in suo onore posta davanti la stazione (punto marrone 8 nella cartina della città). La manutenzione della statua è affidata ad alcuni cittadini volontari.

Padre Pio, santo o ciarlatano?

Santa Flavia - Monumento di Padre Pio

Padre Pio (1887-1968), il frate cappuccino ormai idolatrato da orde di credenti in tutta Italia, non manca di essere venerato anche a Santa Flavia: santini nelle auto, sue immagini ovunque, nei negozi e sulle spalliere dei letti. Di questo divo della cristianità a Santa Flavia troviamo anche una statua, opportunamente illuminata, in via Consolare (punto marrone 6 nella cartina della città) che è diventata nel frattempo luogo d'incontro prediletto dai giovani del posto.

Padre Pio si fece notare sin dalla più tenera infanzia per la sua spiccata devozione e religiosità, già a sedici anni diventò infatti frate cappuccino e sin dalla gioventù soffrì di numerose malattie che non facevano altro che rafforzare la sua fede. Successivamente, quando in seguito a una sessione di preghiera comparirono sulla sua pelle delle stigmate sanguinanti, per i fedeli c'erano elementi a sufficienza per venerarlo come un santo.

Riferì spesso di visioni e il suo caso divenne talmente famoso che anche i non credenti cominciarono a chiedersi se si trattasse di follia o che altro. Persino Papa Giovanni XXIII era un oppositore dichiarato del santo da Petralcina al punto da definirlo "strano frate dallo sguardo spiritato e dalla mimica sofferente".

Si mormora anche che le stigmate se le sia auto-inflitte usando dell'acido altamente corrosivo. Ad ogni modo, quando si tratta di religione non c'è spiegazione razionale che tenga e così non rimane che osservare stupefatti o commossi, a seconda del proprio punto di vista, le numerose processioni che in ogni centro abitato siciliano vengono festeggiate.

A Santa Flavia la più importante è la "Festa della patrona Sant'Anna", festeggiata alla fine di luglio con luminarie, musica e fuochi d'artificio. Altrettanto spettacolare è la processione che si svolge a Porticello all'inizio di ottobre in occasione della "Festa della Madonna del Lume":

Porticello – Il porto di Santa Flavia

Porticello – Il porto di Santa Flavia

Porticello è una frazione di Santa Flavia. Dal punto di vista amministrativo almeno. Gli abitanti di Porticello la pensano infatti diversamente. In fin dei conti Porticello esiste da molto prima dei Filangeri.

I primi abitanti di Porticello provenivano dall'arido entroterra e solevano spingersi fino alla costa per pescare attratti dal porto naturale di cui questo tratto di costa dispone e dalle cave di tufo che potevano essere abitate.

A poco a poco sempre più pescatori decisero di stanziarsi e così le cave divennero ben presto case vere e proprie e il piccolo porto naturale il secondo più grande porto peschereccio della Sicilia. Non deve perciò stupire se proprio il porto (punto marrone 12 nella cartina della città) sia il luogo principale in cui fare la spesa a Porticello.

E non deve neanche sorprendere che la patrona di Porticello (Santa Maria del Lume) sia anche la protettrice dei pescatori. Alcuni degli abitanti più anziani raccontano spesso e volentieri mirabolanti storie di salvataggi avvenuti in mare, storie che potrebbero esser prese con un sorriso da ascoltatori un po' meno credenti ma che vengono prese molto sul serio da chi le racconta. Non dimentichiamoci in fondo che quello della pesca è ancora oggi uno tra i lavori più faticosi e pericolosi che ci siano.

Ad ogni modo vogliamo che siate voi a giudicare il fervore con il quale viene festeggiato il giorno della patrona. La processione comincia nella chiesa (punto marrone 13 nella cartina della città) e procede in mare per poi giungere a una piccola cappella su capo Zafferano, infine fa ritorno nella chiesa:

PORTICELLO 2014

Borgo di Santa Nicolicchia – Piccola baia dallo stupendo panorama

Borgo di Santa Nicolicchia

Di prove non ce ne sono ma la Porticello originaria poteva trovarsi nell'attuale Borgo di Santa Nicolicchia. La cartina della città (punto marrone 14) e l'immagine a destra aiutano a capire perché: il Borgo di Santa Nicolicchia è un perfetto porto naturale.

Ed in effetti già nel XV secolo sul molo si trovava una piccola cappella che ormai non esiste più. Era dedicata a San Nicola, stessa figura da cui deriva il nome del nostro borgo.

Secondo la leggenda, un giorno dei pescatori avrebbero trovato il dipinto della Santa Maria del Lume impigliato nelle loro reti. Decisero così di piazzare l'immagine sacra all'interno della cappella e di proclamare la santa protettrice del mare e della cittadina.

Oggi Borgo di Santa Nicolicchia è un piccolo porto riservato a imbarcazioni da diporto e meta prediletta di rilassanti passeggiate, rese ancor più interessanti dalla presenza di un noto ristorante di pesce (punto rosso 22 nella cartina della città), una pizzeria (punto rosso 23) e un'incomparabile panorama tutt'intorno.

Sant'Elia, la perla nascosta

Sant'Elia

Sant'Elia è la località più affascinante di Santa Flavia. Si trova direttamente sul mare e già questo basterebbe a renderla interessante. Ma se guardiamo più attentamente, come alla ricerca di qualcosa di più prezioso, rimaniamo stupefatti dalla bellezza inestimabile di una baia rocciosa proprio al centro del paese, circondata da palazzi e balconi che sembrano quasi fluttuare sulla superficie dell'acqua.

Su una piccola spiaggia (punto giallo 3 nella cartina della città) potrete ammirare le coloratissime barche da pesca tirate a secco, mentre al centro della baia c'è una scala attraverso la quale si arriva in acqua e su uno scoglio all'estremità del braccio di mare che chiude la cala troviamo poi una croce, luogo prediletto dagli innamorati per le dichiarazioni d'amore.

Un altro tesoro si trova nascosto dietro un vecchio palazzo che sembra stare quasi sull'acqua, alla fine della spiaggia: la Casa Bianca. Un luogo incantato dove vi sarà possibile dimenticarvi del resto del mondo, con i piedi a mollo e la testa fra le nuvole.

La casa nasconde tuttavia degli oscuri segreti, se almeno si vuole credere all'autrice Stefanie Gerstenberger. Nel suo romanzo "La casa dei limoni" il profumo dei limoni riempie le stanze e porta con sé anche un segreto che si fonda su un'antica tradizione siciliana ma che purtroppo qui non possiamo anticiparvi...

Capo Zafferano – Il cappello di Napoleone

Capo Zafferano

I fari hanno sempre un certo fascino: abbarbicati sugli scogli e sferzati dai flutti, proiettano la loro luce nella notte e appaiono come l'estremo barlume di speranza per chi è alla ricerca di un porto sicuro.

Il faro ottagonale di Capo Zafferano (punto marrone 16 nella cartina della città) si erge su uno dei tratti di costa più belli della Sicilia settentrionale: una maestosa rupe che si protende visibilmente sul mare e che chiude il golfo di Palermo.

La strada che porta al faro procede lungo la costa ed è l'ideale per delle romantiche passeggiate, sia a piedi che in bici. Le pareti scoscese della rocca sono interamente ricoperte da ricca vegetazione mediterranea tra cui è possibile trovare addirittura degli esemplari rari come il finocchietto e il sambuco marittimi, quest'ultimo presente soltanto in Sicilia.

A farvi compagnia durante il cammino ci saranno gli immancabili gabbiani che costruiscono i loro nidi sulla rocca e soprattutto sul faraglione antistante il capo, chiamato "Lo Scarpone" a causa della propria forma che ricorda una scarpa. Mentre, a proposito di soprannomi, Capo Zafferano viene comunemente chiamato "il cappello di Napoleone", perché ne ha simile la forma, anche se lo si può notare soltanto dal mare.

Subito prima di arrivare al faro c'è una scala che conduce ad una piccola cappella, dalla quale si può addirittura ammirare la costa fino a Cefalù. Una stupenda escursione insomma che vi farà apprezzare l'immensità del mare e la straordinaria ricchezza della natura siciliana.

Solunto – Santa Flavia nell'antichità

Solunto

La zona di Santa Flavia ha attirato su di se un forte interesse già dai tempi antichi. In epoche remote infatti si registravano qui numerosi insediamenti.

Con grande merito gli archeologi hanno riportato alla luce il più significativo centro urbano che si possa oggi visitare in Sicilia. Si chiama Solunto e si trova nella cartina della città al punto marrone 15.

Per gli archeologi Solunto è uno dei siti archeologici più interessanti della Sicilia soprattutto perché è rimasto così a lungo dimenticato. Le monete più recenti che vi sono state trovate risalgono infatti al III secolo, mentre i primi scavi vennero effettuati soltanto nel XIX. Potremmo dire che in questo lasso di tempo Solunto sia caduta in un profondissimo letargo.

Questo strano caso è una vera manna per gli archeologi, così infatti la struttura originaria del luogo si è potuta mantenere intatta sino ad oggi. Ne consigliamo la visita a tutti gli amanti delle nuove scoperte e della natura. In questa pagina trovate pure una cartina dettagliata di Solunto.

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